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Borgogna

Se hai già sentito parlare della Borgogna in ambito vitivinicolo saprai di certo che è la pietra angolare delle normative e dei protocolli del vigneto francese e delle gerarchie di qualità che sono ancora oggi un riferimento inossidabile per il mondo degli amanti del vino

L’area oggi denominata Borgogna è responsabile del concetto che tu usi oggi per scegliere le tue degustazioni a seconda dei Cru. Cos’è quindi un Cru’? È il concetto di micro terroir che in Italia chiamiamo con nomi pittoreschi a seconda delle varie regioni, e in Borgogna conferisce un’identità enologica ben distinta da tutto il puzzle vitivinicolo esistente intorno ad ogni singolo territorio speciale.

 

Borgogna: finage e climat cosa sono?

La storia della Borgogna affonda le sue radici, oltre che nelle contaminazioni dell’Impero Romano, di sicuro nel sesto secolo, quando i monaci benedettini introdussero un concetto affascinante denominato finage. Il lavoro enorme svolto dai monaci per classificare le vigne dava molta importanza alla tipicità del vitigno e al nucleo ristretto che vi lavorava. Per questo il finage identifica un’area di produzione, e delimita la spiccata unicità all’interno dei suoi confini. I monaci arrivarono al punto di classificare i vari climat, termine squisitamente borgognone, e identificarono le parcelle del territorio in grado di essere interpretate come unicità enologiche d’eccellenza. Infatti la parola climat non ha niente a che vedere con il clima, ma riguarda i vitigni presenti tra Dijon a Santenay. Successivamente la giurisdizione francese ha gerarchizzato e ufficializzato il concetto di climat, creando quella che a tutt’oggi rappresenta la piramide qualitativa dei vini di Borgogna. Come le tessere di un mosaico sensazionale le 1500 parcelle di territorio di Borgogna formano un ecosistema eccezionale e paradossalmente fondato sulla estrema diversità micro climatica.

 

Borgogna: 1500 identità di Pinot Nero e Chardonnay

Le basi del terroir si appoggiano al vitigno Chardonnay per i vini bianchi, e al Pinot Nero per i vini rossi, ma riescono ugualmente ad esprime centinaia di tipicità diverse. L’itinerario più battuto per conoscere la Borgogna non può che iniziare dalla Cote d’Or il cuore nobile della Borgogna cercando di capire come le peculiarità del territorio, la geologia, il microclima e tutto il sapere collettivo che i viticoltori hanno messo in piedi in questa zona magica, si modulano nei sentori dei vini rappresentativi della realtà borgognona. Sarà un percorso sensazionale di 52 chilometri, un’escursione in un territorio che culturalmente, storicamente ed enologicamente ti stupirà. Come pure la zona di Chablis che si trova a 120 chilometri a nord rispetto a Baune che è la capitale di rappresentanza.

La Borgogna vitivinicola si trova nel bel mezzo della Francia, estendendosi su 27.000 ettari di produzione suddivisi in 5 sotto zone:

  • Chablisse e Yonne
  • Cote de Nuits
  • Cote de Beaune
  • Cote Chalonnaise

Se ti capiterà di visitare queste zone meravigliose ti accorgerai da subito delle differenze climatiche da nord a sud e dei vari microclimi all’interno dei vari finage, che altro non sono che i nostri Comuni. Centinaia di milioni di bottiglie vengono prodotte in Borgogna ogni anno e la metà è destinata all’esportazione in tutto il mondo. La complessità di certi vini della Borgogna è molto apprezzata e gli innumerevoli estimatori sono disposti a pagare prezzi altissimi per certe annate rinomate.

 

Borgogna: la gerarchia delle eccellenze

La piramide gerarchica dei vigneti borgognoni è strutturata su quattro livelli:

1) Regionale

2) Comunale come il vitigno Vosne-Romanee in Cote de Nuits

3) Premiers Crus come il vitigno Meursault in Cote de Baune

4) Grand Crus come il vitigno Corton-Charlemagne anch’esso nella Cote de Baune.

Chablis è terra di grandi bianchi, una delle più note della Borgogna che vanta una produzione di bottiglie notevole, esportata in tutto il mondo. L’incredibile unicità di queste terre è che da un solo vitigno distribuito su 5.400 ettari, i vini ottenuti si esprimano con declinazioni e sfumature diverse. i grandi interpreti di questo territorio sono il suolo argilloso e calcareo e per assurdo il gelo primaverile.

Lungo l’itinerario di degustazione i vignaioli custodi della vigna ti faranno assaggiare con orgoglio i loro vini, e ti accorgerai che quello che avevi letto o sentito dire su quel determinato cru, lo avrai ritrovato con esattezza nel bicchiere; sentori tipici, di un mondo che è rimasto immobile nel silenzio delle campagne. Solo verso gli anni ’80 ci fu un tentativo maldestro di modernizzare il settore vitivinicolo, ma per fortuna i più avveduti convinsero tutta la Borgogna a fare marcia indietro e a ritornare al rispetto per la terra e per la tradizione insegnata loro dai bisnonni. La classificazione gerarchica dei vitigni è stata codificata nel 1800, ma era già nota oralmente negli usi del diritto medievale. Le grandi vigne di Borgogna che ancora oggi rappresentano i Grand Cru erano già state codificate nel 1400, aumentando notevolmente il valore dei vini ivi prodotti.

 

Borgogna: guida alle sensazioni nel calice

Se vorrai abbandonare i sensi lungo l’itinerario dei vini di Borgogna sarà più facile trovare la chiave di lettura dei molteplici vitigni autoctoni. La leggiadria e la complessità del Pinot Nero di Borgogna scateneranno da subito un fascino su di te, e non potrai fare a meno di conoscere tutte le sfumature degli altri cru sparsi in quell’angolo di paradiso.

Vini corposi, muscolari, opulenti, e a pochi chilometri di distanza vini soffici ed eleganti. Le mille identità della Borgogna le troverai tutte nel bicchiere passando da vini mascolini e potenti dai colori marcati dall’ossido di ferro, a note sanguigne di una terra forte, e struggente al tempo stesso. Vini ricchi, generosi, alcuni di facile approccio altri più ostici da scoprire man mano che comincerai ad amare la Borgogna. I vini più amorevoli con note inebrianti di frutta matura ti conquisteranno al primo assaggio, e ti spingeranno sempre più lontano a smascherare gli altri Pinot Neri, quelli che entreranno più in punta di piedi per sbalordirti in seguito nel retrogusto di tannini e sentori poderosi.

Il paradiso dei sentori freschi e fruttati ti esploderà in bocca degustando i vari Chardonnay soprattutto della zona dello Chablis. Velate note di vaniglia insieme alla persistenza aromatica del vitigno avvolgono il palato con ricordi di burro. Altri assaggi in Borgogna ti porteranno verso Chardonnay più giovani e dai colori verdolini. Note saline e sentori di erbe aromatiche, fiori bianchi dove spicca il gelsomino ti porteranno ad uno stato quasi onirico, proprio come il quieto paesaggio borgognone. Finali e retrogusti interminabili ti faranno innamorare dei vini della Borgogna e delle sensazioni risvegliate dagli assaggi.

 

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