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Whisky (origini e curiosità)

Il whisky è fra i liquori più amati ed apprezzati dagli intenditori, le cui origini però sono avvolte ancora nel mistero e per il quale non è possibile stabilire una data precisa a cui far risalire la nascita. Sicuramente saprai che i maggiori produttori di whisky sono gli Stati Uniti, l’Irlanda e la Scozia dove esistono storiche distillerie che sono entrate a far parte della cultura locale.

Tuttavia forse ti sfuggono alcune curiosità su questo distillato ed anche le varie tipologie attualmente sul mercato. Iniziamo allora un breve viaggio che ti permetterà di approfondire le tue conoscenze sul whisky.


Storia e curiosità del whisky

Il whisky, come già accennato, è un distillato. Cosa vuol dire esattamente? Le origini della distillazione sono molto lontane; bisogna tornare indietro di oltre 7000 anni, in India, dove piante e fiori ritenuti medicinali venivano utilizzati per realizzare di disinfettanti a seguito di particolari processi di ebollizione. Con il passare del tempo, però, questa pratica venne affinata ed in Egitto e Cina divenne il metodo più usato nella preparazione di prodotti per la cura del corpo. La tecnica di distillazione, così come è giunta fino a noi, tuttavia, è da attribuire agli Arabi che portarono avanti degli approfonditi studi di alchimia soprattutto grazie all’invenzione dell’alambicco, strumento indispensabile per la distillazione. In realtà gli alchimisti arabi erano in cerca di qualcosa di diverso, ovvero di un elemento che si differenziasse da quelli già conosciuti, come la terra, l’aria, l’acqua e l’aria. Ovviamente non ci riuscirono, ma trovarono qualcosa di altrettanto utile: "l’acqua di fuoco". Da quel momento in poi ogni popolazione, a suo modo, si applicò nel perfezionare gli studi usando varie piante per estrarre l’alcol e, soprattutto i Romani, trovarono l’occasione per sperimentare vari tipi di distillati usando cereali, frutta e vino.

Sono gli irlandesi che attribuiscono al loro santo patrono, Patrizio, le origini delle prime distillazioni per realizzare il whisky, ma non ci sono documenti storici in grado di provare queste affermazioni. Invece sembrerebbe che in Scozia, verso la fine del Quattrocento, fu sempre un monaco a creare per la prima volta dell’acqua vite a partire dal malto e ciò sembrerebbe provato dalla presenza di documenti scritti. Come potrai ben immaginare, però, la disputa fra Scozia ed Irlanda sull’origine del whisky è ben lontana dall’essere risolta ed ognuno di loro si attribuisce i natali di questo distillato.

In America, invece, la produzione di whisky arrivò agli inizi del 1600 quando molti europei, fra i quali scozzesi ed irlandesi, furono costretti ad emigrare a causa di carestie e pestilenze. Con sé portarono gli alambicchi e le loro conoscenze dando vita ad una massiccia produzione di whisky che, ovviamente divenne molto apprezzato fino agli anni Venti, quando entrò in vigore il Proibizionismo e molte distillerie furono chiuse. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, la produzione riprese a pieno regime ed oggi gli Stati Uniti possono contare sulle migliori aziende del mondo.

Tipi di whisky e produzione

Nonostante le diverse varietà di whisky presenti sul mercato, in realtà la sua produzione avviene a partire sempre dagli stessi ingredienti: lievito, acqua e cereali. Sono poi i differenti metodi di distillazione a creare le varie differenze fra i produttori e fra le varie nazioni. Fra i cereali usati vi sono il malto, l’orzo, la segale, il mais ed il frumento ed ognuno di loro conferisce al whisky un particolare sapore e quella nota distintiva che affascina gli estimatori.

Per quanto riguarda le tipologie si possono distinguere tre grandi famiglie ognuna delle quali presenta specifiche caratteristiche che la distinguono dalle altre.
Nello specifico potrai trovare: gli Irish Whisky, gli Scotch Whisky ed i Bourbon Whisky a seconda della loro origine.

Irish Whisky: considerati i migliori al mondo, sono prodotti solamente in Irlanda. Si differenziano dagli altri per il metodo usato nella produzione a partire dalle varie distillazioni in alambicchi classici fino all’invecchiamento dai 5 anni fino ad arrivare ai 10 anni di quelli più pregiati. Possono essere sia Blended (un mix fra single malt e single grain) che Single Malt con il 100% di malto.

Scotch Whisky: come puoi intuire sono prodotti in Scozia, dove la maturazione deve essere almeno di 3 anni e la gradazione minima di 43°. Possono essere Blended Whisky, i più diffusi e conosciuti, formati da una parte di Grain Whisky (senza malto) ed una parte di Malt Whisky (con orzo maltato). Ci sono, poi, i Single Malt Scotch Whisky realizzati solo da una distilleria e solo con un tipo di orzo maltato ed il Grain Whisky che deriva da una miscela di vari cereali, ma che il più delle volte è usato per i Blended.

Bourbon Whisky: è prodotto negli Stati Uniti e prende il nome da una regione del Kentucky. Questa tipologia di whisky è prodotta usando un mix di cereali, poi deve maturare in botti di quercia per almeno 2 anni. Fra i distillati americani troverai anche il Tennessee Whisky ed il Rye Whisky con un’elevata percentuale di segale.

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